Continua la lotta all’inflazione, e in uno scenario in cui il caro vita sta prendendo il sopravvento, aumenta anche il prezzo degli alimenti.
Nuovi aumenti in vista negli scaffali dei supermercati: i prezzi degli alimenti stanno toccando soglie record. Vacondio di Federalimentare: “Il cibo a buon mercato non esisterà più”. Continuano l’impennata dei prezzi, e in questa situazione sul tavolo del governo si ipotizza il taglio dell’Iva per contenere il caro vita.
Prezzi insostenibili anche per quanto riguarda i cibi e i beni di prima necessità. In settembre, il prezzo dei prodotti negli scaffali dei supermercati ha registrato un importante aumento, tendenzialmente superiore all’1%. In uno scenario in cui i carburanti e la corrente elettrica raggiungono soglie record, anche il prezzo degli alimenti subisce lo stesso identico processo inflazionistico, contribuendo ad alimentare il caro vita.
Vacondio: “Costi di produzione alimentari cresciuti del 16%”
Ivano Vacondio, a capo di Federalimentare, ha parlato della questione, spiegando inoltre che a partire da gennaio 2023 lascerà la guida della Federazione. “L’inflazione non ha finito la sua corsa. Il carrello della spesa degli italiani aumenterà ancora”, dice Vacondio al Sole 24 Ore.
Poi ha aggiunto: “Dall’inizio dell’anno i costi di produzione delle aziende alimentari sono cresciuti del 16%, ma a valle le imprese hanno scaricato solo il 12 per cento. A differenza delle grandi, le Pmi non sono in grado di assorbire questi aumenti al proprio interno, così saranno costrette ad alzare ancora i prezzi“.
Ma queste non sono le uniche previsioni. C’è un’altra brutta notizia in arrivo. “Il cibo a buon mercato non esisterà più. La pandemia prima, e poi la carenza di materie prime e le difficoltà di approvvigionamento hanno dimostrato l’importanza strategica della produzione alimentare. Oggi tutti ci riconoscono il valore che abbiamo; abbiamo ripreso dignità. Anche i rapporti con la grande distribuzione si sono riequilibrati: ora gli operatori della Gdo ci riconoscono il giusto valore come fornitori”, dice.
Poi continua: “Nel nostro Paese non possono più aumentare, con una popolazione nazionale che diminuisce e invecchia la vera sfida, per il made in Italy, è quella sui mercati esteri. Ed è lì che dobbiamo combattere gli attacchi dei nostri competitor”.